Un Anno Fa…#SpazioTalk, Roberto Reverberi: “Con Cassani progetto come la Alpecin. Sui giovani c’è un buco nel regolamento”

Roberto Reverberi spiega il nuovo, ambizioso progetto della Bardiani CSF Faizanè. Durante la puntata di SpazioTalk, il podcast settimanale di SpazioCiclismo, il direttore sportivo della formazione italiana ha parlato ai nostri microfoni per rispondere alle domande relative alla situazione del team, lanciato verso nuovi orizzonti con un’attenzione ancora maggiore ai giovani. Di recente infatti è stata annunciata la sezione under 23 della squadra, che preannuncia un ulteriore occhio di riguardo per la linea verde della squadra, da sempre meticolosa nello scovare e lanciare talenti. Inoltre, si è vociferato di un possibile avvicinamento di Davide Cassani, ex commissario tecnico della nazionale italiana. Di seguito l’intervista completa con Roberto Reverberi, che ci illustra meglio questi aspetti.

La Bardiani sta preparando un nuovo, interessante progetto, raccontaci di cosa si tratta.
Abbiamo deciso di tenere nel nostro organico otto corridori under 23 per poter permettere loro di partecipare a gare internazionali, in Italia e all’estero. Invece di fare come alcune squadre WorldTour, che hanno l’obbligo di fare una Continental, abbiamo pensato di farla all’interno della nostra squadra, visto che abbiamo già una struttura, dedicandoci alle gare italiane e internazionali.

Vi siete ispirati un po’ al modello della Uno-X?
Sì, anche se loro adesso hanno fatto anche la squadra Continental. Noi sappiamo che da regolamento possiamo fare tutte le gare 1.2 e 2.2 con i nostri giovani. Quest’anno abbiamo corso in Croazia, in Slovenia, a Rodi. Tutte gare Open.

Avete già stabilito i blocchi delle diverse squadre?
La squadra intera parte l’11 per il ritiro a Benindorm con tutta la squadra. Da lì, dopo una settimana, sei corridori partono per il San Juan. Tra di loro ci sarà Battaglin. Altri sette andranno in Turchia per l’Antalya. Io invece rimarrò lì con dieci corridori per stare a Maiorca, dove si può cambiare formazione ogni giorno, poi faremo l’Etoile des Bessèges, e in seguito andremo in Medio Oriente. I due corridori più giovani non faranno gare professionistiche, ma juniores. Gli altri sei, come hanno già fatto quest’anno, ne faranno qualcuna, di secondo piano. Alcuni vanno all’Antalya, uno o due faranno il Maiorca.

Ultimamente si è parlato della possibilità che entri a far parte del progetto Bardiani Davide Cassani.
Si è fatto un pour parler. Si sta muovendo per  vedere se trova le risorse per fare una Professional più grande e competitiva, come la Alpecin. Una Professional che possa ambire alla classifica Professional e fare poi il calendario internazionale WorldTour. L’intenzione è partire gradatamente così e poi eventualmente approdare nel WorldTour, se ci fossero le risorse. Non è così facile.

La vostra ambizione di risultati si è riflettuta anche nel CicloMercato degli ultimi anni, in cui avete preso anche corridori con esperienza in grado di vincere.
Ogni progetto deve partire su una base con gente d’esperienza, che possa dare risultati. Poi, con i giovani, quello che viene viene. In passato è capitato che i giovani potessero mettersi in mostra già nel primo anno, come è successo con Ciccone, ma non è su questo che bisogna fare affidamento. I risultati li devono garantire gli “anziani”, i giovani fanno da contorno. Se ne esce fuori qualcuno, meglio. Poi certo, se abbiamo qualcuno forte lo lanciamo, anche loro lo sanno.

Qualcuno ha sollevato dei dubbi sul vostro progetto, dicendo che con questo modello si rischia di non far bene alla categoria Continental. 
C’è un buco nel regolamento. Uno può essere d’accordo o no sul fatto che si debba per forza fare due anni tra i dilettanti. Il problema è che quando è stato fatto il regolamento non esistevano le Continental, e non è mai stato adeguato ai diritti e i doveri delle Continental. Le Continental possono prendere gli juniores e farli correre tra i professionisti. Lo fanno già lo Zalf e la Colpack, per esempio. E c’è questo buco nel regolamento. Se lo fanno loro, lo possiamo fare anche noi. La legge deve valere per tutti. Il problema delle Continental è che noi abbiamo diritti e doveri per farli passare professionisti, come il passaporto biologico e il minimo contrattuale più alto. A loro dà fastidio che fa più comodo correre da noi. Come a noi può dar fastidio che una WorldTour prenda i migliori giovani italiani. Ci siamo dovuti adeguare per poterci garantire i giovani, altrimenti ce li portano via tutti e noi in Italia rimaniamo sempre a secco.

Questo è sicuramente il risultato di un modo nuovo di fare ciclismo e di portare i giovani nel ciclismo.
I procuratori li portano subito nelle WorldTour. Un giovane ora, invece di andare in una Continental o Professional italiana, va in una straniera perché sa che ha lo sbocco in prima squadra. Anzi, addirittura già ora da regolamento le squadre possono intercambiare due corridori per corsa. Quindi i giovani vanno nei vivai, perché sanno che potrebbero avere possibilità nel WorldTour, se riuscissero a farsi vedere. Le principali concorrenti sono le squadre vivaio del WorldTour, non noi. Ci sarà il problema che nelle corse internazionali in Italia gli organizzatori prendono più volentieri la Trek o l’Astana che una squadra Continental italiana. L’organizzatore preferisce far correre l’Astana Continental che la squadra Continental italiana. Sono loro quindi gli antagonisti, non noi.

Parlando di CicloMercato, quello della Bardiani è chiuso?
Sì. Abbiamo 25 corridori. Altrimenti diventa ingestibile, non avendo diritti scritti di partecipazione alle gare diventa impegnativo fare un calendario così.

Non avete mai pensato al colpo Pozzovivo?
No, non se n’è neanche parlato. Non è mai stato possibile.

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